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L' Apoxyómenos sull'isola di Lussino

A Lussinpiccolo il 30 aprile scorso è stato inaugurato un nuovo museo dedicato all’Apoxyómenos, una statua bronzea di duemila anni raffigurante un giovane atleta greco, scoperta nel 1999 nei pressi dell’isola di Lussino e precedentemente esposta a Zagabria, Firenze, Londra, Parigi e Los Angeles. Il Museo dell’Apoxyómenos di Lussinpiccolo, aperto al pubblico ogni giorno tranne il lunedi dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 20:00, è così diventato la definitiva dimora di questo giovane atleta.

La storia dell’Apoxyómenos

L'arcipelago di Cherso e Lussino ha svolto un ruolo di gran rilievo nei traffici marittimi delle antiche civiltà. Ciò sia grazie al suo gran numero d’insenature e porti naturali ben riparati, nei quali le antiche navi mercantili potevano ripararsi in caso di mareggiata, sia per il canale artificiale di Osor (Ossero), che ridusse notevolmente la durata del viaggio dal nord al sud dell'Europa. 

A bordo di uno dei mercantili romani in transito per queste acque durante il I secolo d.C. c'era anche la statua bronzea dell’Apoxyómenos che l'equipaggio, per salvarsi da sicuro naufragio durante una tempesta, decise di gettare in mare. Dopo essere rimasta per quasi due millenni adagiata sui fondali sabbiosi tra l'isolotto di Vele Orjule e l'isola di Lussino, nel 1999 è stata avvistata del tutto casualmente durante un'immersione dal turista belga Rene Wouters. 

La statua dell’Apoxyómenos

La statua ellenistica dell’Apoxyómenos raffigura un giovane atleta alto 192 cm ritratto nell'atto di detergersi il corpo imbrattato di olio, polvere e sudore con un raschietto di metallo dopo una gara o una seduta d'allenamento. La statua è in bronzo e degli otto esemplari sinora ritrovati, l’Apoxyómenos di Lussino è senz'altro l'esemplare meglio conservato.

Nella mano destra stringeva un raschietto di metallo (lat. strigilis) che serviva per rimuovere la polvere e il sudore dal corpo unto d’olio. La scultura fu probabilmente realizzata secondo un prototipo della metà del IV secolo a.C. di Daippo, figlio del celeberrimo scultore greco Lisippo. 

Il materiale organico, depositato da generazioni e generazioni di roditori all’interno della statua, prova che l’Apoxyómenos rimase per un certo tempo adagiato all’asciutto per terra, prima di partire per una destinazione sconosciuta (forse proprio Osor-Ossero) come parte del carico di una nave mercantile nella metà del II secolo d.C.

L’Apoxyómenos è una delle statue bronzee meglio conservate dell’antichità. Nel corso degli ultimi anni è diventato l’emblema del patrimonio monumentale croato e dell’abilità dei suoi esperti restauratori. 

Il Museo dell’Apoxyómenos

Dopo massicci interventi di risanamento conservativo, la statua dell’Apoxyómenos nel 2006 fu finalmente esposta nel Museo archeologico di Zagabria, dove fu presentata al pubblico per la prima volta. E mentre sull’isola di Lussino proseguivano i lavori di ricostruzione del Palazzo Kvarner destinato ad accogliere l’Apoxyómenos, la statua veniva esposta a Firenze, Londra, Parigi e Los Angeles. 

Il ritrovamento della statua e la sua definitiva sistemazione nel Museo dell’Apoxyómenos collocheranno la città di Lussinpiccolo e la Repubblica di Croazia tra le più importanti destinazioni del turismo culturale mondiale. Approfittate della vostra vacanza nei campeggi dell’arcipelago di Cherso e Lussino e visitate il Museo dell’Apoxyómenos, nel quale avrete l’opportunità, più unica che rara, di scoprire con tutti i sensi del vostro corpo, la storia e il destino dell’Apoxyómenos lussignano. 

30 aprile 2016, data dell’inaugurazione 

Questo museo, unico nel suo genere, è interamente dedicato alla statua dell’Apoxyómenos, la cui storia comincia a essere raccontata fin dall’ingresso nella sala azzurra al pianterreno. Ogni sala ha nove scene, ciascuna ideata per offrire ai visitatori sensazioni particolari attraverso il gusto, l’olfatto, l’udito e la vista, cosicché ciascuno possa a suo modo vivere l’Apoxyómenos e la destinazione, ribattezzata “Isola della vitalità”, come uno dei luoghi più ameni del Mediterraneo. 

Il museo e la mostra dedicati all’Apoxyómenos rappresentano la materializzazione dello spazio scenico e della cerimonia del ritrovamento attraverso sale e corridoi che danno corpo allo spazio architettonico progettato mediante l’allestimento della mostra che fa da contorno alla statua.