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La trasversale montana dell' Osoršćica - La passeggiata di San Gaudenzio

La passeggiata di San Gaudenzio (Sveti Gaudencije) è un percorso di meditazione in movimento. Rappresenta la via della santità, della pace interiore e dell’ispirazione divina, del perdono, della comprensione e della bellezza naturale e spirituale. Abbracciando dieci secoli di ricerca spirituale, riporta l’uomo a se stesso ed alla natura.

La trasversale montana dell’Osoršćica

si protende lungo il versante settentrionale dell’isola di Lussino per una lunghezza di circa venti chilometri. La sua vetta più alta è il Televrin (588 m). L’Osoršćica è la prima montagna dell’arcipelago adriatico ad aver attirato l’attenzione dei turisti, tra i quali è d’obbligo menzionare l’erede al trono austriaco Rodolfo d’Asburgo, il quale conquistò la vetta dell’Osoršćica nel lontano 1887.

 

La montagna può essere scalata seguendo due vie: quella che parte da Osor e l’altra che parte da Nerezine. Chi raggiunge la vetta sarà premiato da un’incantevole vista panoramica che abbraccia l’arcipelago lussiniano, la costa istriana, il Velebit, addirittura una parte del Gorski kotar e del Triglav e alle isole di Rab (Arbe), Pag (Pago) e Silba.

 

Strada facendo, non dimenticatevi di visitare le chiesetta di S. Nicola (Sv. Mikula), ai piedi del Televrin, e la caverna di s. Gaudenzio. Terminata la salita, ristoratevi nell’unico rifugio montano delle isole dell’Adriatico croato, aperto al pubblico nel corso dei mesi estivi. Questa montagna è una meta apprezzata tanto dagli alpinisti, quanto da chi ama e pratica il trekking.

 

I miracoli di s. Gaudenzio

 

Due secoli dopo la morte del santo, uno scrigno contenente i suoi resti mortali intatti fu portato dalle correnti del mare sin sotto alle mura di Osor. Il sarcofago con le reliquie del santo è custodito nel tesoro della Cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria ad Osor (Ossero).

 

Dalla caverna di s. Gaudenzio s’era soliti asportare i cristalli di calcare che si credeva avessero la proprietà taumaturgica di guarire le malattie circolatorie. Oggi si crede che le pietre estratte dalla caverna abbiano il potere di proteggere dal morso delle vipere.

 

Il patrimonio floreale di gaudenzio ed i frutti dell’Osoršćica

 

L’Osoršćica con la sua eterogeneità floreale pare un orto botanico selvatico nel quale è presente la maggior parte delle 1018 specie botaniche censite nell’arcipelago lussiniano. I suoi pendii profumati sono dominati dalle essenze aromatiche e medicinali del perpetuino, della salvia, del timo, della menta e del basilico, mentre nelle aree boschive ed in quelle ricoperte di macchia mediterranea crescono il pino d’Aleppo, l’alloro, il mirto, il corbezzolo, il ginepro, il lentisco e l’euforbia

 

Il massiccio dell’Osoršćica regola il clima dell’intera isola, di Nerezine e di Osor (Ossero). In epoca preistorica era completamente ricoperto di boschi, mentre i suoi pendii erano irrorati dalla limpida acqua dei suoi torrenti. Il pino è sempre stato la pianta-simbolo della salute. Oggi il pino d’Aleppo dell’Osoršćica si usa nell’aromaterapia per la preparazione d’un olio eterico che allevia i problemi dell’apparato respiratorio ed ha effetti benefici soprattutto nei casi di asma. Gli oli eterici del lentisco, del mirto, del rosmarino e dell’iperico vengono impiegati come ingredienti naturali per la produzione di creme contro le vene varicose.

 

Nei mesi di ottobre, novembre e dicembre l’Osoršćica diventa un tappeto variopinto grazie ai frutti rossi e gialli del corbezzolo ed azzurri del mirto, che la gente locale raccoglie ed impiega per la produzione di deliziose marmellate e liquori.

 

La gente di Nerezine crede che il bel tappeto fiorito disteso sui pendii dell’Osoršćica sia stato piantato tanto tempo fa dalle fate, e che esse continuino a curarlo ancor oggi. Nelle storie e nelle leggende di queste terre si diceva che alle fate facesse piacere quando la gente raccoglieva i fiori, ma che s’infuriassero ogni volta che una pianta veniva strappata assieme alle sue radici. Dunque, se non volete fare un dispetto alle fate, rispettate e salvaguardate la ricchezza floreale del monte sacro dell’Osoršćica.

 

La passeggiata di San Gaudenzio (Sveti Gaudencije) è un percorso di meditazione in movimento. Rappresenta la via della santità, della pace interiore e dell’ispirazione divina, del perdono, della comprensione e della bellezza naturale e spirituale. Abbracciando dieci secoli di ricerca spirituale, riporta l’uomo a se stesso ed alla natura.

 

Lunghezza del percorso: 18 km (6 ore di cammino)

 

Punti: 14

 

Punto di partenza: Osor (Ossero)

 

Punto di arrivo: Nerezine

 

La passeggiata di San Gaudenzio è contrassegnata dal simbolo riservato ai pellegrinaggi montani e corrispondente a quattro quadrati azzurri che vanno a formare una croce bianca all’interno del simbolo.

 

 

 

Punti energetico - spirituali del percorso panoramico a cui sono abbinati temi su cui meditare

 

1. Osor – chiesa di san Gaudenzio (statua lignea del santo) – chiesa dell’assunzione della beata vergine maria (reliquie e sarcofago con le ossa di s. Gaudenzio) – cappella di san gaudenzio (nei pressi del campeggio)

 

Prima della partenza, preghiera e ringraziamento agli avi

 

2. LA POLTRONA DI GAUDENZIO (piccola gola e bosco delle fate)

La forza interiore, la determinazione, la coerenza

 

3. TERSICI PICCOLO (MALI TRŽIĆ)

I rapporti familiari, la preservazione delle tradizioni familiari

 

4. TERSICI GRANDE (VELIKI TRŽIĆ)

La collaborazione con i familiari, gli amici ed i colleghi

 

5. l’abbeveratoio ed il dio pan (albero raffigurante il dio dei boschi)

Il rispetto e la salvaguardia dell’acqua come  fonte della vita, il sostegno al prossimo

 

6. il pino ricurvo

L’eternità della vita, la flessibilità

 

7. il rifugio montano

L’amicizia, la gioia di stare insieme, il piacere delle piccole cose e le gioie della vita

 

8. Il belvedere di san gaudenzio

L’amor proprio, l’altruismo, la sensibilità, il rispetto verso gli altri

 

9. IL TELEVRIN – la cima più alta dell’Osoršćica (588 m)

Il successo, la celebrazione delle vittorie della vita, la creazione di nuove visioni

 

10. il pino di Gaudenzio – il custode

Proteggere il  prossimo 

 

11. la caverna di San Gaudenzio (con le pareti colorate d’azzurro a simboleggiare la santità)  

La comprensione, la pace interiore durante la preghiera, la trasformazione interiore

 

12. chiesa di s. Nicola (sv. Nikole/Mikule) – un bosco di pini “DANZANTI”

La pace interiore, la santità, la gioia e la danza della vita  

 

13. la pozza ed il sepolcro

L’equilibrio e l’eccesso d’azione e di pensiero, l’umiltà

 

14. Nerezine

Preghiera di ringraziamento a s. Gaudenzio, alla natura ed a se stessi; il godimento dei frutti e dei doni della natura

 

 

Passeggiata energetico – spirituale antistress di San Gaudenzio

 

 

Il vescovo Gaudenzio, patrono di Osor (Ossero) e dell’isola di Lussino, nacque a Tersici Piccolo (Mali Tržić) sui pendii dell’Osoršćica sul finire del X secolo. Presi i voti sacerdotali, entrò nell’Ordine dei camaldolesi (un ramo dell’Ordine benedettino), i cui monaci vivono una vita di silenzio, preghiera e lavoro nella pace dei loro eremi.

 

S. Gaudenzio fu vescovo di Ossero dal 1024 al 1042. Autorità molto stimata in seno al regno croato, vi fondò quattro monasteri: S. Pietro e S. Maria della pietà a Ossero, S. Nicola sull’Osoršćica e S. Michele sull’isola di Susak (Sansego). Intransigente in tema di vita virtuosa e rispetto delle regole ecclesiastiche, s’oppose ai matrimoni tra i patrizi d’Ossero legati da vincoli di sangue. Così facendo attirò su di sé l’astio della nobiltà locale, che lo costrinse a lasciare la città ed a rifugiarsi in una caverna sull’Osoršćica. Una leggenda narra che proprio in quel suo eremo Gaudenzio ottenne da Dio la grazia di liberare per sempre le isole di Lussino, Cherso ed Unie dal pericolo delle vipere e di ogni altro animale velenoso. Invece di vendicarsi dell’onta subita, Gaudenzio invocò sulla propria gente la grazia divina, che da allora e per sempre fu liberata e protetta dai “veleni della natura”.

 

Dopo esser stato perseguitato, partì alla volta di Roma, dove rimise nelle mani del Sommo pontefice il proprio mandato vescovile. Nel 1042 entrò nel monastero dei monaci camaldolesi di S. Maria a Porta Nuova, nei pressi di Ancona, dove morirà qualche anno più tardi, il 31 maggio 1044.

 

La festa religiosa dedicata a s. Gaudenzio cade ogni anno il 1° giugno.